di Alessandro Ferro
Mi presento. Sono Alessandro Ferro, figlio d’arte del Ferro più conosciuto nel settore, Massimo, ed ho deciso di ripercorrere le orme di famiglia. Finalmente, sono in prossimità di conseguire la laurea in Ingegneria gestionale, con indirizzo economia circolare.
Da quando ho iniziato, ho spesso sentito accostare “Ferro” come cognome di rilievo nel settore peritale e, se da un lato può essere gratificante essere il figlio di professionista noto ed apprezzato, dall’altro mi sento caricato di responsabilità e del peso di riuscire ad essere almeno al suo livello.
Sono cresciuto ascoltando racconti sul mondo peritale, mondo difficilmente conosciuto in età adolescenziale. Forse posso essere stato condizionato da ciò, tuttavia ora che mi sono dichiarato, ripensamenti dell’età giovanile non sono più consentiti. Cerco comunque di coltivare, parallelamente alla vita lavorativa, le passioni che mi fanno staccare da tutto: le auto e lo sport. Mia sorella, che alle volte viene in ufficio per attività esperienziali dando una mano in caso di necessità, ha intrapreso un percorso differente, sempre in ambito tecnico scientifico, ma indossando un camice bianco ed una passione per la nutrizione.
Mi trovo nella fase giovanile dove l’entusiasmo prevarica la complessità del momento di mercato, che per come mi viene rappresentato, non è più in equilibrio come un tempo e sono quindi necessarie, per affrontare al meglio il futuro, scelte importanti. Sento di avere ancora tutto da imparare: lo faccio mettendomi a disposizione e assorbendo l’esperienza da chi ne ha più di me.
Ciò che mi risulta chiaro è che allo stato attuale ed ancor più nei prossimi anni non sarà più sufficiente essere un buon professionista, ma servirà abbinare qualità con competenze manageriali per continuare nell’obiettivo di far crescere ancora questa società. In tal senso il mio affacciarmi al settore peritale vuole portare, tra le altre cose, la sensibilità ambientale che ritengo importante per realizzare le nuove economie di business e continuare a garantire un futuro a chi arriverà dopo di noi.
Il benessere dei lavoratori è uno dei punti focali della sostenibilità. Tale aspetto, che ACE ritiene fondamentale, è anche alla base per un aspetto di inserimento di risorse giovanili per mantenerle poi in squadra. Senza coetanei al mio fianco, come potrei immaginare il futuro dell’azienda stessa? L’inserimento di risorse giovani può portare idee nuove, che, se accostate all’esperienza di chi è nel settore da più tempo, possono portare a grandi innovazioni e benefici per l’azienda.
Di questi aspetti, alle volte, cerco confronto con mio padre che mi ascolta con interesse per la svolta green che cerco di rappresentargli. Ottimizzare i costi, ridurre gli sprechi, fare scelte di investimento o disinvestimento in azienda che possono essere dirompenti rispetto al passato, ma con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale e conseguire più margini da riservare alle risorse umane.
Sostenibilità ambientale non è soltanto abbattere la CO2. Essere sostenibili significa impegnarsi nel proprio quotidiano per il benessere sociale, per la vita della mia generazione sul pianeta ragionando in termini di società, non di singoli individui. In ACE sto portando idee di sostenibilità ambientale da applicare nel concreto. Sono certo che troverò consensi, quindi a breve mi risentirete sull’argomento.
“Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso” - José Ortega y Gasset
Conosco tuo padre da 30 anni e so quanto vale. E se è vero che talis pater talis filius…